“Come mai parlate proprio in friulano?”
Il friulano è una lingua molto omogenea su un territorio molto vasto - le varianti locali sono poco più di una affascinante “variazione sul tema”. Dal friulano dolce della bassa, al carnico aspro e teutonico, a quello avìto delle comunità in giro per il mondo, il friulano sta beneficiando dell’avvento del digitale per riscoprirne potenzialità dimenticate o nascoste. Ghiti non vuole essere un sito per educare i bambini alla locuzione della lingua friulana - forse, alla lettura, e alla familiarizzazione di come i suoni vengono trasformati in segno. Vuole essere invece, con la cosiddetta “modalità esplorazione”, un modo per comprendere in maniera immediata che di fronte allo stesso significato esistono due suoni, due grafie, due toni. Non solo porta ad una maggiore ricchezza di vocabolario e di espressività, oltre che a preclari vantaggi nella comunicazione, ma addirittura permetterebbe di comprendere con maggiore compiutezza differenze negli stati d’animo. Imparare un’altra lingua ci permette di vedere con maggiore nitidezza un mondo più vasto.
Il Friuli è la regione della polifonia, delle voci aperte, liquide, che vanno lontano, mescolate in una dolce armonia e in una sequenza di accordi che sono entrambe incomprensibili per gli italiani più a sud, e soprattutto è la regione delle influenze culturali, linguistiche e musicali che giungono dall'Europa del nord. È una terra amabile e fertile, dove c'è abbondanza di vino e di cibo, dove innamorarsi è facile, dove la gente sta per molte ore nei caffè, unendo le voci in canzoni che sono gentili e vaghe, squadrate e dolci alla maniera austriaca, di stile slavo – uniscono le voci in lunghi, dolci accordi, con lacrime ubriache di vino e di piacere. (Alan Lomax)